La crescente attenzione verso la sostenibilità – spinta dal contesto normativo, investitori sempre più esigenti e consumatori più consapevoli – sta trasformando il modo in cui le imprese operano e comunicano il loro impatto sul mondo.
Il quadro normativo sulla rendicontazione di sostenibilità si è evoluto rapidamente per rispondere alle esigenze di trasparenza e responsabilità delle aziende. Ecco le principali tappe:
- 2014: introduzione della Non-Financial Reporting Directive (NFRD), che ha imposto a banche, assicurazioni e grandi aziende europee quotate l’obbligo di rendicontare le loro performance ESG.
- 2020: adozione della Tassonomia Europea, che definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.
- 2021: entrata in vigore della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), che impone agli operatori dei mercati finanziari obblighi di trasparenza sulle politiche di integrazione dei fattori ESG (a livello organizzativo e di portafoglio) e le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti finanziari che offrono.
- 2024:
- implementazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che introduce l’obbligo di rendicontazione secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) per altre tipologie di aziende;
- introduzione del Voluntary Sustainability Reporting Standard for SMEs (VSME), per consentire alle PMI non quotate di aderire volontariamente a standard di rendicontazione ESG semplificati;
- entrata in vigore della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), che impone alle aziende di identificare, mappare e mitigare gli impatti ambientali e sociali lungo l’intera catena del valore.
Parallelamente, gli investitori istituzionali favoriscono modelli di business più sostenibili per ridurre i rischi finanziari legati a pratiche non conformi e intercettare nuove opportunità di crescita. Tuttavia, emerge un’incertezza sulla semplificazione della rendicontazione ESG, che potrebbe indebolire l’impegno aziendale e minare la credibilità del processo.
Anche i consumatori stanno mostrando un’attenzione crescente verso le pratiche ESG, soprattutto nelle abitudini di acquisto. Una ricerca di Confindustria, condotta tra ottobre e novembre 2023, ha rivelato che l’80% dei consumatori italiani intervistati attribuisce una certa rilevanza alla sostenibilità, concentrandosi principalmente su aspetti ambientali e sociali: il 46% degli intervistati considera la tutela dei lavoratori il principale criterio per valutare un’azienda come sostenibile, seguito dal rispetto delle pari opportunità (41%). La ricerca evidenzia anche che il 57% degli italiani è disposto a optare per prodotti sostenibili, anche a fronte di un prezzo leggermente più elevato.
Di fronte a questo scenario in continua evoluzione, integrare politiche ESG non è più un’opzione, ma una scelta strategica per garantire competitività, resilienza e una crescita sostenibile nel lungo periodo.
Cosa significa integrare le strategie ESG?
Per evitare che le iniziative ESG si riducano a mere dichiarazioni di intenti, è fondamentale integrarle concretamente nei processi decisionali aziendali.
Leadership e governance: l’impegno chiaro e strutturato deve partire dal top management, che deve definire obiettivi ESG misurabili e allinearli con la strategia complessiva dell’impresa. Strumenti fondamentali in questo percorso sono gli indicatori di performance (KPI), che consentono di monitorare i progressi e valutare l’impatto delle iniziative ESG sulle operazioni aziendali.
Decisioni operative e strategiche: i principi ESG devono essere parte integrante dei processi decisionali quotidiani. Ciò significa considerare la sostenibilità in ogni ambito strategico e operativo, come le decisioni di investimento, la selezione dei fornitori e la gestione delle risorse umane. Un esempio concreto è la scelta di un’azienda partner lungo la supply chain che integri la sostenibilità ambientale nella propria catena di fornitura per garantire coerenza e credibilità alle politiche ESG. Si tratta di un passaggio spesso sottovalutato, che coinvolge l’approccio culturale dell’organizzazione, e può rappresentare grandi difficoltà di applicazione: il rischio di greenwashing è fortemente presente, per cui è essenziale il coinvolgimento attivo degli stakeholder.
Coinvolgimento degli stakeholders: dipendenti, investitori, clienti e comunità locali devono essere “ingaggiati” nei processi decisionali. Nella Direttiva Europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) questo tema è presidiato attraverso l’implementazione della così detta Matrice di Doppia Materialità, che richiede compartecipazione di tutti gli stakeholders nella definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e strategica, in accordo alla sostenibilità economico-finanziaria dell’azienda stessa, trasformando così la governance ESG in un processo partecipativo e condiviso.
Risorse umane: azioni strutturate e condivise per la crescita interna come percorsi formativi, sistemi premianti per comportamenti sostenibili e figure interne che fungano da Ambassador nella diffusione della cultura sostenibile.
Marketing e comunicazione: le strategie di branding devono riflettere valori di sostenibilità, sensibilizzando i clienti su scelte di consumo responsabili e rafforzando la reputazione aziendale.
Vantaggi competitivi concreti
Ridurre i consumi energetici e ottimizzare le risorse significa migliorare l’efficienza operativa e incrementare i profitti. Ad esempio, un’azienda che investe in energia rinnovabile può ridurre le bollette e proteggersi dalle oscillazioni dei prezzi dell’energia.
Ottenere poi certificazioni ambientali e sociali (es. ISO 14001, ISO 14064, UNI/PDR 125) rafforza la credibilità aziendale, aumentando l’attrattiva verso clienti, partner e investitori attenti alla responsabilità sociale d’impresa.
C’è poi un tema di opportunità di business e accesso al capitale. Sempre più grandi aziende, nell’ambito della rendicontazione delle proprie performance di sostenibilità, scelgono fornitori in grado di garantire trasparenza sull’impatto ambientale e sui consumi energetici. Dimostrare un impegno concreto in ambito ESG diventa quindi un fattore determinante per entrare in nuove filiere, rafforzare la propria competitività e accedere a mercati in cui la sostenibilità è un requisito essenziale.
Inoltre, in un contesto economico caratterizzato da crescente incertezza, le imprese che investono nella transizione ecologica possono beneficiare di condizioni di finanziamento più vantaggiose. Banche e società di gestione del risparmio (SGR) premiano le aziende virtuose, offrendo capitali a basso costo e strumenti dedicati a chi adotta modelli di crescita sostenibile, favorendo così lo sviluppo a lungo termine.
Un’azienda che si prende cura dell’ambiente, dei suoi lavoratori e della comunità rafforza la propria Brand Reputation, posizionandosi sul mercato come realtà responsabile e innovativa. Questo ulteriore vantaggio è particolarmente rilevante per le nuove generazioni di talenti, sempre più orientate a scegliere realtà che dimostrano un impegno concreto nella sostenibilità.
Infine, la Comunità Europea mantiene alta l’attenzione al miglioramento della governance e alla riduzione delle emissioni. Adeguarsi in anticipo consente alle imprese di ridurre il rischio di sanzioni e problematiche legali, oltre ad accendere più facilmente a finanziamenti pubblici e a posizionarsi meglio nei bandi di finanza agevolata.
Strumenti per la transizione sostenibile
Implementare strategie ESG richiede risorse adeguate. Il cammino verso la sostenibilità, infatti, può risultare complesso senza il giusto supporto, soprattutto per le aziende che si trovano ad affrontare costi e investimenti iniziali.
Per rispondere a questa esigenza, Banca Popolare di Fondi e PRAXI hanno siglato una partnership che mette a disposizione soluzioni finanziarie agevolate dedicate ai progetti ESG realizzati con PRAXI. Questa sinergia nasce con l’obiettivo di facilitare l’investimento in percorsi di consulenza ESG, accompagnando le aziende nell’integrazione di pratiche responsabili e nel rafforzamento della propria competitività in un contesto normativo e di mercato in continua evoluzione. Grazie a questo supporto integrato, le imprese possono affrontare con maggiore facilità gli investimenti necessari per avviare un cambiamento concreto verso modelli di business più sostenibili. Oltre agli aspetti finanziari, la partnership tra BPF e PRAXI offre un ulteriore valore: un servizio di consulenza specializzato che accompagna le aziende nel definire la propria strategia di sostenibilità, nel redigere i Report di Sostenibilità e i Piani di transizione.