La relazione fra brand e utenti negli ultimi anni è profondamente cambiata.
Il percorso del potenziale acquirente di un prodotto o servizio – o customer journey – , fino ad alcuni anni fa prevedibile e standardizzabile, oggi comprende svariati momenti di interazione (touchpoint) fisici e digitali con l’impresa fornitrice ed è verosimile pensare che la metafora dell’imbuto non sia più rappresentativa del nuovo modello di marketing, che si identifica invece in una moltitudine di possibili passaggi in cui il cliente e il brand possono entrare in contatto tra loro e relazionarsi.
Oggi più che mai la customer experience è un fattore strategico e differenziante per le aziende.
Basti pensare che da un’analisi condotta da SAS1 emerge che in Europa mediamente un consumatore su tre è disposto ad interrompere i rapporti con un’azienda dopo una sola esperienza negativa.
A supporto della realizzazione di una strategia di customer experience, la tecnologia offre soluzioni all’avanguardia e via via sempre più evolute che favoriscono il dialogo tra le parti, con il risultato che oggi interagire con software che simulano conversazioni umane (chatbot) o attraverso piattaforme di instant messaging è diventato semplice ed intuitivo.
La conversational experience è divenuta quindi una chiara strategia aziendale, necessariamente multicanale, fluida (seamless) e completamente customer centrica.
La messaggistica è la modalità principale con cui i clienti desiderano comunicare con un marchio. Secondo lo State of Social Conversational Commerce 2022 Report (SPECTRM 2022), infatti, il 60% dei consumatori preferisce i messaggi alle e-mail o alle telefonate. Il motivo? È veloce e conveniente.
Anche i chatbot generano interazioni in tempo reale: funzionali per gli utenti, trovano applicazione in diverse fasi del percorso di ricerca, acquisto e assistenza al cliente.
Ancora più evoluta è la tecnologia degli Artificial Human, che, dotati di funzionalità di grande utilità e impatto sociale, permettono ad esempio di comprendere e riprodurre in tempo reale la lingua dei segni, in modo da dialogare sul web con la comunità sorda.
Sembrerebbe che la tecnologia stia in qualche modo rendendo superflua l’interazione con le persone. Non è così: le persone vogliono sempre più connettersi con le persone.
Sempre secondo lo State of Social Conversational Commerce 2022 Report2, in Europa oltre il 41% dei consumatori dichiara di voler interagire solo con umani e non con chatbot. Tra le principali motivazioni, la mancata adozione da parte dei clienti di canali “self service”, tempi più lunghi di gestione delle richieste e un aumento della domanda di intelligenza emotiva da parte degli operatori telefonici.