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Upskilling e reskilling per potenziare le competenze delle persone

A cura di Daniela Ramiri e Nadia Berti, PRAXI Risorse Umane
Viviamo in un'epoca complessa, caratterizzata da rapidi cambiamenti socio-economici. Sul fronte tecnologico le aziende si trovano costrette ad adattarsi costantemente per rimanere competitive. In questo contesto, investire nello sviluppo delle competenze è diventato essenziale per garantire il successo a lungo termine delle organizzazioni.
 

Upskilling e Reskilling: capire la differenza per guidare il cambiamento

Per orientare il cambiamento all’interno delle organizzazioni è fondamentale comprendere la differenza tra upskilling e reskilling.

L'upskilling consiste nel potenziare le competenze esistenti dei dipendenti, consentendo loro di rimanere al passo con le nuove tecnologie e le best practices del settore. Si tratta di un processo di aggiornamento continuo che mira a migliorare le capacità e l'efficacia sul lavoro.

Il reskilling, invece, implica l'acquisizione di nuove competenze per svolgere ruoli diversi da quelli attualmente ricoperti. È un processo più ampio, che richiede ai dipendenti di apprendere completamente nuove abilità per adattarsi a diversi contesti lavorativi o settori industriali.
 

Gli impatti della Trasformazione Digitale e dell'Intelligenza Artificiale richiedono nuove competenze

Il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione senza precedenti guidata dalla digitalizzazione, dall'automazione e dalla globalizzazione dei mercati. Le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, l'Internet delle cose (IOT) e la robotica stanno cambiando radicalmente il modo in cui lavoriamo e richiedono una nuova serie di competenze tecniche e di soft skills.

Questi cambiamenti stanno mettendo in evidenza la necessità di un continuo aggiornamento. Uno sguardo ai dati e alle prospettive mostra che quasi un terzo dei lavori nel mondo verranno presto trasformati grazie ai progressi tecnologici. A confermarlo è il World Economic Forum (EWF)*, che ha sottolineato come entro il 2030, solamente in Italia, avremo bisogno di riqualificare oltre 1 milione di professionisti.

All’orizzonte, quindi, si prospetta una vera e propria emergenza delle competenze.
 

Upskilling e reskilling: quali vantaggi per le aziende

Investire in upskilling e reskilling può garantire alle aziende innumerevoli benefici. In particolare, quando le persone sono adeguatamente formate per sfruttare appieno le nuove tecnologie e metodologie, si apre la strada a un aumento di produttività ed efficienza, creando un ambiente favorevole all’innovazione e all’incremento della competitività sul mercato.

Al contempo, ne giovano anche la retention e la talent attraction, poiché un’azienda che investe nei collaboratori e si impegna nel loro sviluppo professionale promuove un ambiente di lavoro positivo e stimolante. Questo non solo favorisce la crescita individuale, ma anche il successo collettivo dell’organizzazione, contribuendo così a mantenere i talenti chiave e ad attrarne di nuovi.
 

I benefici dell’aggiornamento continuo

Acquisendo nuove competenze le persone rafforzano la propria employability e accrescono le opportunità di avanzamento di carriera e di crescita personale, assicurandosi una maggiore sicurezza professionale. Allo stesso tempo, la possibilità di sviluppare skills applicabili in differenti ambiti lavorativi favorisce la soddisfazione e il benessere psicologico.

L’opportunità di sperimentare nuovi ruoli, inoltre, rappresenta un momento di crescita entusiasmante per i lavoratori, specialmente per quelli più giovani, che possono così ampliare il loro bagaglio di competenze e sviluppare prospettive di carriera più ampie.
 

Come incentivare l'Upskilling e il Reskilling

L’implementazione di programmi di upskilling e reskilling richiede una strategia oculata e ben pianificata.

Il primo passo per le aziende è identificare le competenze necessarie a rimanere competitive nel proprio mercato di riferimento, per poi sviluppare piani di formazione mirati all’acquisizione delle stesse, fino alla partecipazione a conferenze e wokshop per consolidarle.  

Uno strumento efficace per favorire il trasferimento delle skills necessarie a rimanere al passo con l’innovazione è il reverse mentoring, un processo in cui i dipendenti più giovani dotati di competenze specifiche in settori emergenti guidano e istruiscono i colleghi più anziani o quelli con meno esperienza.

Questo approccio non solo permette una rapida diffusione delle nuove conoscenze all'interno dell'organizzazione, ma favorisce anche uno scambio reciproco di conoscenze e prospettive, favorendo lo sviluppo di un clima di collaborazione e apprendimento continuo.
 

Gli investimenti in upskilling e reskilling richiedono un impegno diffuso da parte dell’intera organizzazione per comprenderne la rilevanza strategica, poiché è con la collaborazione di tutti che si ottengono risultati positivi.

Le aziende e i dipendenti che abbracciano il cambiamento e si impegnano nell'apprendimento continuo saranno meglio posizionati per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità che il futuro offre.
Investire nelle competenze delle persone, quindi, non rappresenta solo una necessità, ma anche una concreta opportunità per crescere e prosperare in un mondo in continua evoluzione.
 * “Per superare le nuove sfide dell’economia sarà necessario riqualificare più di un miliardo di lavoratori”, https://initiatives.weforum.org/reskilling-revolution/home